Ci sono delle volte in cui si ha bisogno di fare tutt’altro per ricordarsi chi siamo. Quando si è immersi nel proprio quotidiano spesso ci si perde.

Allora allontanarsi, fare, fare niente, ascoltare il silenzio, guardare altro, può realmente rinfrescare la mente.

E ricordarti chi sei. Oggi. E la tua storia, la tua ricchezza. Ultimamente sono stata per un lungo periodo in Nuova Zelanda, dove ho lavorato ma ho anche avuto modo di perdermi per i boschi e le spiagge. In una Natura materna e incontaminata.

Ho parlato con le mucche e i pinguini, ho salutato chiunque incontrassi (lì si fa così), ho accarezzato muschio e camminato molto.

Tra le cose che ho ammirato del loro stile di vita è il loro essere shabby chic (dove chic è un aggettivo ‘positivo’, niente a che vedere finto old style).Indossano jeans strappati perché usurati, scarpe vissute, hanno davanti casa vecchie roulotte di famiglia anni ‘50, nelle case in legno, realmente delavè c’è spesso uno stile anni 60 (eredità dei genitori), corrono scalzi con il loro cane in spiaggia (senza museruola e guinzaglio) e poi si tuffano tutti insieme, nelle case la sera abitualmente si fa cena a lume di candela…e questo perché è il loro modo di rispettare l’ambiente in cui vivono, di usare le cose fino a completa usura. Pochi sprechi e molto amore per il loro mondo. La chiamano good life.

Detto questo sono bellissimi ed eleganti nella loro naturalezza.

Noi invece compriamo jeans strappati nei punti giusti e scarpe di cuoio invecchiate costosissime, affittiamo roulotte/pulmini anni ‘50 a prezzi esorbitanti per matrimoni..

Tornando a casa mi è capitato di incrociare vetrine shabby, matrimoni shabby, case shabby. Tutto molto costruito, l’esatto contrario.

Cuoricini e baffetti, perfettamente tutti allineati al trend finto povero molto radical chic. Il tutto copiato molto malamente.

Fastidio e vergogna.

E’ come andare in Messico e trovare negozi, case, guardare immagini dei fotografi del posto, tutto in perfetto stile italiano. Una barzelletta.

Cosa ci è successo?